venerdì 31 dicembre 2010

Ci vediamo dall'altra parte.

Ci vediamo dall'altra parte.

E questo è l'ultimo post del 2010. Ci vediamo dall'altra parte.
Auguri a tutti.

Braccia rubate all'erotismo.

Braccia rubate all'erotismo.

(Yurizan Beltran)


Questo monumento di bellezza e di erotismo, meglio noto come Yurizan Beltran, fa parte di quella categoria di dive che sono passate in un secondo momento al porno, direi con deludenti risultati. Non so perchè ma le numerose scene che ha girato sono del tutto anonime e prive di fantasia; certo, un pò è colpa dei registi e di tutta la troupe che potrebbe scegliere meglio le ambientazioni. Certe volte mi chiedo cosa gli costa a prendere in considerazione la possibilità di accantonare per un attimo quelle camere da letto trite e ritrite. E vogliamo parlare della trama? Qui non si spende più neanche un soldo per la trama. Il porno deve avere una storia, un contesto e uno sfondo per essere eccitante, sennò si riduce al nulla assoluto, si riduce a un pene che entra e esce da una vagina e nient'altro. Dove andremo a finire di questo passo?

giovedì 30 dicembre 2010

Trasporto eccezionale.

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Bella bisteccona.

Bella bisteccona.

(Wendy)


C'è davvero tanta carne qui. Wendy è una delle mie Suicide Girls preferite, quella con più carne da palpare.

Un invito all'amore.

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mercoledì 29 dicembre 2010

Selvaggia.

Selvaggia.

(Luscious)


La prima volta che vidi le Suicide Girls fu in un video dei Probot, il complesso rock formato da Dave Grohl in combutta con un pò di amici storici del metal. Il video era un vero orgasmo di ragazze piene di borchie e piercing, rasta, tatuaggi sparsi su tutto il corpo e slinguazzate umide senza limiti. Poi in quel periodo ricordo che avevo un certo debole per le ragazze così, quindi rimasi incantato davanti alla tivù. Sono ragazze davvero carine. E poi ho notato che hanno tutte dei culetti davvero deliziosi.

martedì 28 dicembre 2010

Il culo misterioso.

Il culo misterioso.

(Giggy)


Praticamente come la maggior parte delle pornostar dei video di Grandpas Fuck Teens, Giggy è quasi sconosciuta. Nel senso che non troverete una sua pagina su planetsuzy, non troverete il suo fanclub su facebook o la sua pagina su myspace. Difficile stabilire quale sia il suo cognome e quindi è difficile risalire alla sua vita professionale. Comunque trovo che abbia un culetto delizioso; è probabile che oltre a questo video e al relativo servizio fotografico la sua carriera si sia interrotta, come molte modelle che entrano nelle nostre vite fulmineamente, giusto il tempo di una sega, mettono da parte i soldi che hanno incassato e ritornano a casa dai loro fidanzati per godersi la vita e mettendo una pietra sul passato.

Il sogno.

Il sogno.

(Aria Giovanni).


Cindy Renee Volk, in arte Aria Giovanni (Novembre 1977), è un sogno che bene o male ha interessato la maggioranza di noi. Ha frequentato l'università di San Diego e si è specializzata in biologia. Dopo aver lavorato come cameriera ha deciso di intraprendere la carriera di modella. Ha sposato il noto chitarrista metal John 5 (è stato il chitarrista di Marylin Manson, ma il suo modo di fare musica mi da seriamente noia). Dopo un pò hanno divorziato, e qui mi viene un dubbio: John 5 oltre ad essere un chitarrista che non apprezzo dev'essere anche obiettivamente un pazzo (e sono stato gentile perchè gli avrei potuto dire le cose più cattive e spregevoli). Obiettivamente ci vuole un bel coraggio a divorziare da queste forme a dir poco michelangiolesche (se mi è permesso), o botticelliane (si può dire?). In tutti i modi queste linee perfette e angeliche non le vedremo più perchè Aria Giovanni nel 2009 si è ritirata dalle scene (per il quieto vivere dei nostri uccelli, direi).

Culona.


Significato di "culona": potrebbe essere tradotto davvero in tanti modi, ma il suo significato è quasi unico. Dicesi di una ragazza apparentemente carina, che si rivela avere poi un culo che fa provincia. Qualcuno direbbe "meglio la qualità che la quantità", ma io mi permetto di dissentire. Non è detto che le culone non abbiamo un alto tasso di trombabilità. Molto spesso sono proprio le ragazze col culo abbondante che mi fanno indurire il cazzo, e scusate la rozzezza di questa mia ultima espressione, ma davvero non sapevo come esprimere il concetto.

Memorie di un nudista, capitolo due.

Memorie di un nudista, capitolo due:


- Posso esserti utile? - mi chiese cordialmente.
- Veramente ero venuto a chiederti la stessa cosa - non era vero ma non sapevo cos'altro inventarmi.
- Il tuo amico lì in realtà sembra che sia stato attirato da qualcos'altro.
- Ah, non preoccuparti di lui, è solo molto curioso.
- Beh, comunque complimenti davvero - disse sorridendo. - Ritornando a noi, in realtà una mano potresti darmela.
Isabella aveva preso dal suo zaino una cartina del posto, la aprì e la appoggiò sul cofano dell'auto del suo ragazzo e si mise a novanta gradi a cansultarla.
- Allora, vediamo di capirci qualcosa. Tu la conosci questa zona?
- Dipende da cosa vuoi sapere.
Mi avvicinai a lei e standole dietro guardavo le sue dita che scorrevano sulla cartina. Il mio cazzo era appoggiato sulle sue natiche, le misi una mano su un fianco piegandomi su di lei con la scusa di aiutarla a consultare la guida.
- Sai dove si può andare la sera? Magari un posto dove ci si diverte.
- Non sono proprio un festaiolo ma qualche posto lo conosco.
La cappella del mio cazzo toccò il buco del culo di Isabella, la peluria che aveva intorno mi solleticava il glande, poi ci feci scorrere tutta l'asta contro ed era una sensazione molto piacevole.
- Io comunque mi chiamo Stephan - gli sussurrai in un orecchio tenendogli premuta la cappella gonfia del cazzo contro il suo buco del culo.
- Piacere di conoscerti, io mi chiamo Isabella. Posso dirti una cosa?
- Tutto quello che vuoi.
- Se continui così mi impali.
In quel momento arrivò il fidanzato di Isabella che quando mi vide letteralmente sul corpo della sua ragazza fece un colpo di tosse come per avvisare che era lì.
- Non è come credi - dissi, - anche se può sembrarlo vista la posizione della tua ragazza e la mia spropositata erezione. Le stavo solo mostrando qualche posto dove andare la sera.
- Stephan, non essere imbarazzato, tanto lui lo sa che non lo tradirei per niente al mondo - Isabella mise via la cartina e poi si rivolse al suo fidanzato. - Tesoro mi aiuti a fissare meglio i picchetti della tenda?
- Certo amore - il suo occhialuto compagno andò dall'altro lato della macchina per aprire il bagagliaio dove c'era tutto l'occorrente.
- Forse è meglio che tolgo il disturbo - stavo per andarsene quando sentì la mano di Isabella palparmi il sedere.
- Comunque hai proprio un bel culetto - mi sussurrò avvicinando le labbra al mio orecchio sinistro, e si morse il labbro inferiore; quel particolare accese le mie fantasie.
Era davvero così fedele?

sabato 25 dicembre 2010

Culo fuori produzione.

Culo fuori produzione.

(Erica Campbell)


Erica Campbell non ha scelto la stessa strada di Sunny Leone, pur avendo raggiunto le stesse tappe. Alle pressanti proposte di realizzare un film porno, Erica ha reagito ritirandosi a vita privata. Certo, è un peccato per noi che l'abbiamo tanto amata, e che tanta sborra abbiamo versato guardando i servizi fotografici in cui lei era a malapena vestita da Wonder Woman. Però considerando la scarsa qualità dei film che ha realizzato la collega Sunny Leone, allora devo riconoscere che la sua scelta di ritirarsi è stata la cosa giusta. Non ci resta che riguardare le sue foto e accontentarci di quelle.

Un raggio di sole indiano.

Un raggio di sole indiano.

(Sunny Leone)


Nasce nel 1981 a Sarnia. La sua famiglia di origini indiane era emigrata in Canada. Conclude il liceo nel 1999 e inizia a posare come modella fino al 2007, anno in cui decide di entrare nel mondo del porno. Secondo la mia modestissima opinione Sunny Leone poteva fare a meno di prendere questa decisione; voglio continuare a ricordarla così, mentre si faceva desiderare da noi maschietti con gli ormoni impazziti, in quelle pose in cui l'alto tasso di erotismo faceva sborrare anche i nostri pensieri. Nei suoi film invece l'erotismo è totalmente assente, il sesso appare freddo e di fantasia ce n'è poca. Lo dico, la Leone ha perso molto. Si è addirittura fatta gonfiare le tette.

venerdì 24 dicembre 2010

Memorie di un nudista, capitolo uno.

Memorie di un nudista, capitolo uno.

Mi chiamo Stephan, è da due anni ormai che frequento un villaggio turistico di nudisti. Sinceramente è molto bello stare in sintonia con la natura, distendersi sotto gli alberi e in riva al mare senza niente addosso, ti fa ricordare che 'uomo è un essere nato libero e soprattutto la mente si eleva all'infinito liberandosi da tutti i tuoi pensieri. Tutti dovrebbero farlo, in questa società che si porta all'ansia e al panico ma purtroppo siamo troppo perbenisti e bigotti per capirlo.
Il posto è frequentato per lo più da coppie di mezza età. Io con i miei venticinque anni sono il più giovane e quindi il più coccolato da quelle mamme nude che non fanno altro che guardarmi il cazzo. Riconosco di avere un attrezzo abbastanza grosso e con un glande bello gonfio, e non mi sono mai sentito desiderato tanto come in quel villaggio da quelle mamme. Una volta una di queste mamme, in un momento che il marito non c'era, venne alla mia tenda con una lozione per il corpo baby johnson. Io ero disteso su un tappetino e mi godevo la penombra degli alberi. La mamma mi salutò e mi disse che aveva una sorpresa per me, e mi cominciò a massaggiare il corpo con la sua lozione. Poi a un certo punto mi afferrò il cazzo e se lo portò al buco del culo.
- Ma signora, cosa fa? E se ci vede suo marito?
- Shhh! Stai giù - mi rispose.
Mi rilassai e la lasciai fare. Scopammo fino a raggiungere l'orgasmo, poi si passò le dita sul buco del culo e se le portò in bocca leccandosi i rivoli di sperma che le uscivano fuori. Se ne andò prima che ritornasse suo marito. Questo per farvi capire che di avventure ne ho avute, ma non avrei mai pensato di innamorarmi. E invece successe. Si chiamava Isabella, aveva ventotto anni ed era una ricercatruce universitaria. Era la prima volta che entrava in un villaggio per nudisti; era lì col suo fidanzato, anche lui un ricercatore.
La vidi per la prima volta un pomeriggio mentre camminavo in pineta; me la ritrovai davanti, stava chinata a novanta gradi, cercava qualcosa nel suo zainetto. Le natiche tonde e morbide erano ben aperte e il suo buchetto era circondato da una lieve peluria. Il buchetto era piuttosto stretto, segno che probabilmente non aveva mai provato un orgasmo anale.
Il cazzo mi si indurì in pochi secondi, aveva voglia di fare conoscenza con quel culo perfetto; Isabella si girò, era sovrappensiero ma poi si accorse di me e mi sorrise, subito i suoi occhi scesero verso la mia nerchia mostruosamente eretta, e la fissò per alcuni lunghi secondi.
- Ciao - mi disse.
Io non risposi, ero troppo rapito dal resto del suo corpo, un viso angelico, lunghi capelli castani e quelle tette, che tette! Erano morbide, con due larghe aureole rosa. Aveva dei bei fianchi, un pò rotondetti e i peli della passera erano castani chiari come quelli che stavano intorno al suo buco del culo.

giovedì 23 dicembre 2010

mercoledì 22 dicembre 2010

Voglia di essere mamma, capitolo cinque.

Voglia di essere mamma, capitolo cinque.


Il giorno dopo portammo il campione di sperma in un centro di analisi che ci fecero sapere in pochi giorni l’esito negativo dell’esame. Il nostro stallone era fertile e non aveva malattie, quindi era perfetto per inseminare Roberta. Lo ricontattai e gli diedi appuntamento in un piccolo albergo economico nei pressi della stazione centrale. Avevo già prenotato una camera con un letto matrimoniale, lui ci raggiunse spaccando il minuto e senza perdere tempo ci mettemmo all’opera. Roberta era già sul letto, nuda e con le gambe aperte, era distesa e aspettava che il signor Fausto, che intanto si stava spogliando, le si mettesse sopra.
“Le dispiace se faccio qualche fotografia?” chiesi. “Vorremmo avere un ricordo del concepimento del nostro bambino”.
“Non c’è problema” rispose Fausto che intanto si avvicinò al letto e puntò il suo pene eretto contro il viso della mia ragazza. “Dai, dagli qualche bacetto”.
Era evidente che il nostro stallone voleva un pompino da Roberta prima di cominciare, così le mise una mano tra i capelli corvini e gli strusciò l’attrezzo contro le labbra. Cominciai a scattare qualche foto mentre la mia ragazza accoglieva in bocca la cappella del pene del suo partner. Era una scena piuttosto strana; la bella e la bestia. Dopo aver abbondantemente limonato con quello strumento del piacere, Roberta fece stendere il signor Fausto sul letto e gli si mise sopra, prendendogli l’asta in mano e facendolo entrare delicatamente nella sua vagina.
“Ecco, così. Brava amore” le dissi per farle percepire la mia presenza.
Roberta iniziò a cavalcarlo e lo stallone la teneva per i fianchi; le sue tette prosperose cozzavano l’una contro l’altra per via del suo andare su e giù sul corpo di Fausto. Vedevo la trave di quell’uomo entrare e uscire dal corpo della mia ragazza e mi piaceva; ebbi un erezione anche io e mi venne voglia di masturbarmi, ma continuai a scattare fotografie.
“Cosa aspetti?” chiese Roberta. “Riempimi di sperma”.
“Calmati bella puledra” rispose lui. “Prima voglio divertirmi un po’”.

lunedì 20 dicembre 2010

Ti facissi 'i dannu.

Ti facissi 'i dannu.


Tipica espressione sicula utilizzata prevalentemente dal maschio. Potrebbe avere un duplice significato; potrebbe voler significare la volontà da parte dell'autore di questa espressione di praticare del sesso anale con la ragazza a cui è rivolto il messaggio, o addirittura di voler avere un rapporto sessuale semplice con lo scopo di ingravidarla, e quindi ecco il danno. Letteralmente infatti l'espressione si traduce in questo modo: "ti farei il danno".

domenica 19 dicembre 2010

Che piezz'!

Che piezz'!


"Che piezz'" è un espressione napoletana che sta ad indicare una ragazza molto attraente, con belle forme e quindi la traduzione sarebbe: "che bel pezzo".

sabato 18 dicembre 2010

Voglia di essere mamma, capitolo quattro.

Voglia di essere mamma, capitolo quattro.

“Prima vorremmo prelevare un campione del suo sperma per un controllo” disse Roberta aprendo la sua borsetta e tirandone fuori un contenitore per le urine. “Le dispiace?”.

“Adesso?”

“Sì” Roberta si guardò in giro, non c’era molta gente quindi era un’operazione che potevano fare anche sul posto. “Lei permette?”.

La mia ragazza si accostò con la sedia di fianco al signor Fausto e con una mano gli abbassò la zip dei pantaloni infilandogli dentro la mano; il pene era un po’ moscio e lo cominciò ad accarezzare. Io guardavo che nessuno facesse caso a quell’operazione e per fortuna ognuno si faceva i fatti propri e poi nel ristorante c’erano davvero poche persone. Roberta e il signor Fausto si guardavano negli occhi, lei sorrise e io capii che il pene del nostro stallone aveva raggiunto la sua massima erezione. Le dita di Roberta si erano chiuse intorno all’asta e aveva cominciato a menarlo su e giù.

“Mi dica quando sta per venire così appoggio la cappella al contenitore e raccolgo lo sperma”.

Il signor Fausto era in estasi perché effettivamente la mia ragazza era bravissima con le mani. Il cuore mi batteva fortissimo, un po’ per la paura che potessero scoprirci e un po’ perché era la prima volta che vedevo Roberta segare un altro uomo.

“Si sbrighi, non abbiamo molto tempo” gli disse lei.

“Ecco, vengo! Sborro! Oh sì, come sborro!”.

La mia ragazza tirò fuori dai pantaloni il cazzo del signor Fausto e appoggiò la cappella al contenitore e i suoi schizzi lo riempirono per un quarto della sua capienza. Era molto abbondante, già questo era un buon segno. Poi Roberta glielo rimise dentro e gli tirò su la lampo, così chiuse il barattolo e lo rimise nella sua borsetta. A operazione conclusa ci alzammo dai nostri posti e facemmo sapere al nostro nuovo amico che dopo aver fatto i dovuti controlli lo avremmo ricontattato per definire il luogo del prossimo incontro, quello definitivo.

Tutta da spremere.

Tutta da spremere.


Un pò di ciccia non guasta mai.

giovedì 16 dicembre 2010

Divina.

Divina.

(Jill Kelly)


Nata nel 1971, Jill Kelly è stata l'idolo di noi maschietti nati nella seconda metà degli anni '80, e che avvicinandoci al mondo delle seghe abbiamo dedicato tanto di quello sperma a lei da poter riempire una vasca olimpionica. Jill dopo la laurea inizia a lavorare in uno strip club per cinque anni prima di conoscere Tiffany Million, e come in un romanzo beat decidono di fare un viaggio a Las Vegas. Da questo viaggio nasce la decisione di entrare nel cinema per adulti. Ricordo che quando ero un pischello avrei voluto tanto sposarla e farci dei figli (ho sempre avuto questa fantasia di sposare una pornodiva), poi però Jill nel 2000 sposa il collega Julian Rios, un attore ben dotato con cui però resta soltanto un anno. Nel 2003 invece sposa il regista Corey Jordan, e il matrimonio sembra continuare felicemente.

mercoledì 15 dicembre 2010

Voglia di essere mamma, capitolo tre.

Voglia di essere mamma; capitolo tre.

Ci incontrammo con il nostro stallone in una piazza del centro; si chiamava Fausto e aveva sessanta anni, aveva un evidente pancetta e dei baffi folti. Rimanemmo un po’ perplessi, non era proprio l’uomo che ci aspettavamo. Sarebbe stato in grado di inseminare Roberta? Fausto prese delicatamente la mano della mia ragazza e gliela baciò da vero cavaliere.

“Ma che bella ragazza!” disse e poi con una mano le palpò il sedere. “Sei messa anche piuttosto bene”.

Roberta allontanò la mano dal suo sedere per mettere le cose in chiaro.

“Signor Fausto, prima vorremmo conoscerla meglio. Le andrebbe di cenare con noi? Conosciamo un ristorantino in zona che farebbe proprio a caso nostro”.

“Come vuoi piccola”.

Quindi ci spostammo al ristorante mettendoci a sedere ad un tavolo appartato, lontano da occhi indiscreti. Qui il nostro trombatore ci raccontò un po’ della sua vita; era un ex buttafuori, aveva perso la moglie da dieci anni, con lei aveva tirato su sette figli. Adesso insieme ad un amico aveva aperto un cinema a luci rosse e si era iscritto al sito di incontri perché nonostante i suoi sessanta anni aveva ancora tanta voglia di scopare.

“Adesso però mettiamo subito in chiaro le cose” dissi io senza girare troppo intorno alle parole. “Pretendiamo rispetto, quindi la prego di non offendere la mia ragazza durante il rapporto, e rendendomi conto che lei è un uomo con una certa esperienza le chiederei di essere gentile con Roberta, che ha solo venticinque anni e potrebbe essere sua figlia”.

“Quando cominciamo?”