lunedì 31 gennaio 2011

Autobiografico, Pt. 2

Ormai aveva preso confidenza col mio uccello e aperta la cerniera si occupava di lui, sempre più brava nel massaggiarlo. Lo teneva sempre in mano muovendolo talvolta per un po’, ma mi diceva che le piaceva sentire che si muoveva da solo quando lo toccava. Io continuavo a penetrarla con un dito e lei appoggiava la testa sulla mia spalla, parlandomi piano e dolcemente. Mi diceva certe frasi che sembravano uscite da un romanzo d’amore. Mi faceva piacere sentirle e sapevo che lei stava per venire sulla mia mano, allora rallentavo oppure fermavo le mie dita, perché in quel momento mi avrebbe baciato. Mi baciò sulla bocca a lungo, facendo roteare la sua lingua sulla mia. Godevo un mondo sentirla, ero cotto di lei. Per farmi muovere le dita mi segava il cazzo cosi che io non me la sentivo di negarle il godimento che chiedeva e continuavo a farla godere sempre più veloce fino a che la sentivo di nuovo fremere e ansimare piano sul mio viso. Mi veniva dolcemente, con i palpiti della vagina, nella mano ed io godevo del suo godimento spiritualmente come lei godeva carnalmente. C’era un pieno accordo mentale in noi due come fossimo una mente sola. Quando si era calmata le passavo un fazzoletto sulla patatina per asciugarla bene. Dopo questo, mi leccava le labbra e mi chiedeva un bacio profondo e con la mano sul pene cominciava a menarlo fino a farmi sborrare. Era molto felice quando sentiva lo sperma sulla mano e me lo diceva ogni volta.

- Ti amo Stephan, non so se l’hai capito. E spero che anche tu mi ami, come mi dimostri sempre con la tua dolcezza. Solo con te faccio certe cose, e solo perché ti voglio mio, solo mio. Ma anche per piacere mio, anche a me piace farle ma solo con te. Solo tu sei il mio amore. Sei il mio ragazzo e sento che ci capiamo bene. La tua sborra non mi fa ragionare, mi rende schiava di te.
- Amore, certo che ti amo - le dissi nell’orecchio piano e dolcemente. Ci baciammo per suggellare le nostre promesse a fine film. Fummo inondati di luce e ci vergognammo un po’, siamo stati visti da molte persone. Molte persone riconobbero Laura e le vollero stringere la mano, perchè era molto popolare nel mondo dello spettacolo; lei non curante di avere la mano sporca del mio sperma li accontentò tutti.
L’accompagnai fino al suo albergo e iniziai a morire di rabbia perché sapevo che avrebbe dormito con il suo compagno e non con me. Il suo compagno l’aspettava nella sua camera d’albergo e magari se la sarebbe scopata, e questa cosa mi faceva impazzire. Ma in realtà non andò così. Quando salì su in camera trovò il suo compagno che si stava scopando un'altra. Laura rimase con gli occhi spalancati a guardare e quasi voleva scoppiare a piangere.

- Non è come pensi! – il compagno disse la cosa più banale che si poteva pensare.

Così Laura scappò via dall’albergo e mi chiamò al cellulare, dicendomi che aveva bisogno di me. Per fortuna ero ancora in strada; certo, ormai distante dall’albergo di Laura, però pur di rivederla sarei ritornato indietro trecento volte. Quando ritornai da lei stava piangendo, così l’abbracciai e lei si strinse al mio corpo in cerca di amore, e io gliene avrei dato in abbondanza.

Nessun commento:

Posta un commento