domenica 30 gennaio 2011

Autobiografico, Pt. 1

Arrivai in città il sabato notte. Laura stava in albergo, dopo avevamo intenzione di stare un po’ insieme, e io avevo tanta voglia di fare l’amore con lei. Arrivò puntuale all’appuntamento; per stare tranquilli dovevamo vederci in un ristorante fuori Roma. Quando mi fu vicino la baciai intensamente sulle labbra fino a farle mancare il fiato. Fu sorpresa di questo, di solito all’aperto ero più riservato, ma mi sorrise divertita. Quando stavamo insieme ci comportavamo da piccoli innamorati. Mi piaceva così, eravamo naturali, per lei era naturale così, io ero uno sporcaccione come mi diceva spesso. Dopo cena decidemmo di andare al cinema a vedere uno di quei film romantici che piacciono tanto a Laura. Ultima fila, quella degli innamorati, dove potevamo parlarci piano e accarezzarci dolcemente senza che nessuno avesse da dire o ci vedesse. Le piaceva che le toccassi le tette, poi ci baciavamo dolcemente un po’ da amici e un po’ da amanti. Mi piaceva la sua lingua, era una cosa senza fine, una dolcezza enorme sentirla contro la mia. Certo che talvolta guardavamo anche il film ma non lo seguivamo molto, a noi bastava il buio della sala ed eravamo contenti. Ci sembrava sempre di essere soli. Due e innamorati. Era solamente un mese che ci conoscevamo eppure sembrava un’eternità. Io ero felice di stare con lei e lei era felice di stare con me. In quei momenti sembrava dimenticarsi del suo compagno.

Dopo il primo tempo del film, cominciava a scaldarsi e diventava anche lei sporcacciona, le piaceva definirsi sporcacciona quando faceva certe cosine con me. Quando si decideva di andare al cinema, lei si presentava sempre con le gonne ed io ero ben felice di questo. Si era un po’ disinibita in questo periodo e capiva che quello che facevamo era per amore e piaceva ad entrambi. Avrei dato la vita per lei se fosse stato necessario. Mi prendeva una mano e se la portava in mezzo alle cosce, e sentivo che era abbondantemente bagnata ed era magnifico al tatto anche attraverso le mutandine, sentivo la sua peluria. Ero orgoglioso di avere la mano sopra la sua passerona, la sentivo calda, invitante. La accarezzavo e quando mi baciava con la lingua capivo che era il momento che mi desiderava. Allora le scostavo le mutandine e cominciavo a toccarle le labbra della sua piccola per finire sul clitoride e dolcemente muovevo le dita nel suo paradiso.

Continua...

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