martedì 11 ottobre 2011

Yes Man.


Oggi ho imparato un'altra lezione, e cioè che siamo e dobbiamo rimanere Yes Man. Ce l'avete presente la pubblicità della macchina? Quella che dice che siamo tutti Yes Man, ma cosa succederebbe se iniziassimo a dire No? No al conformismo, no a questo e a quell'altro. In questi giorni, per dire No, sono stato licenziato. Ecco cosa succederebbe. Perchè ho inserito questa immagine? Semplicemente perchè sul lavoro è questa la posizione che dobbiamo assumere. Era da una settimana che avevo iniziato ad alzare la testa, e ad alzare la voce con un superiore prepotente e scostante. Avevo cominciato a scrollarmi di dosso l'immagine di Yes Man, facendogli notare tutti i suoi errori (quanti errori). La cosa non deve essergli piaciuta ed è andato di corsa a dirlo al responsabile, che senza sentire la mia versione dei fatti mi ha licenziato. Prima, però, mi ha vomitato addosso tutta la sua rabbia, e io l'ho accettata senza cercare di difendermi, perchè contraddire gli asini non conviene. Gli asini sono bestie cocciute, non capirebbero. Io, come molti sanno, lavoro nel mondo dello spettacolo e un certo curriculum ce l'ho. Spero di potermi reinserire. Nella peggiore delle ipotesi tornerò a Casablanca dai miei. Ma c'è una morale in un questa favoletta: siamo tutti Yes Man. Siamo tutti subalterni di qualcuno, anche l'uomo più ricco del mondo lo è. E dire di No è un'avventura. Devi averci le palle per farlo. Io ho detto di no, e adesso me la prendo nel culo peggio di prima. Però il dolore che sento adesso è più leggero di quello che sentivo prima, questo devo riconoscerlo. Perchè tra prenderlo nel culo in una situazione di completa sottomissione e prenderla nel culo alzando fieramente la testa c'è un'enorme differenza. E io l'ho alzata. E quando sono uscito dal posto di lavoro mi sono sentito un pò più libero. Sono andato a prendere un caffè e ho fumato una sigaretta. Ho guardato l'edificio dove lavoravo e sul mio viso è apparso un mezzo sorriso. "Sarà bello non rivedere più queste emerite facce di cazzo" ho pensato.

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