lunedì 7 novembre 2011

Dal primo che capita.


Litorale in un giorno assolato. Cinque chilometri di piacevole solitudine. Un'insegna avverte il bagnante errante: attenzione, area naturista. Vuol dire che per cinque chilometri avresti incrociato solo nudisti. Famigliole felici, gay, trans. E invece ci siamo soltanto io e mia moglie Cristina in entrambe le direzioni. Cioè, in realtà c'è anche un ragazzetto a qualche metro da noi che non fa altro che guardarci. Ci spia, più che altro. Ce li avrà diciotto anni? Sì, li ha appena compiuti. Ha un erezione pazzesca, un modesto tributo a mia moglie, intenta a scorazzare sulla riva insieme al nostro cane che la insegue festoso. Abbiamo quarant'anni e siamo sposati da quindici. Il mare è la sua grande passione; io invece preferisco starmene sulla spiaggia. Ecco Cristina che corre verso di me; lancia un'occhiata al giovane ammiratore e lui allarga le gambe per mostrargli la sua erezione. Cristina gli sorride; se lo merita un sorriso. Eccola che si inginocchia verso di me; io la guardo senza mettere via il giornale. "Dai vieni in acqua a scoparmi" mi sussurra.
"Lo sai che preferisco starmene qui".
"Cosa posso fare per convincerti?".
Una domanda retoica. Prende il mio cazzo mezzo eretto in mano e se lo infila in bocca. Dopo averlo succhiato per qualche minuto lo fa uscire dalle labbra. "Allora, ti ho convinto?".
"No".
"Allora sai che ti dico? Che ora mi alzo e mi faccio accontentare dal primo che passa".
"Fai pure".
"Ah, è così?".
Cristina non perde tempo. Va dritta verso il suo giovane ammiratore, che vedendola arrivare si mette in piedi, con il cazzo svettante verso l'alto. "Quanti anni hai" gli chiede mia moglie.
"Diciotto".
"Perfetto. Sei maggiorenne. Allora vieni a scoparmi, è un'ordine".
Cristina gli afferra l'asta del pene e lo guida verso la riva. Entrano in acqua e si baciano affettuosamente, accarezzandosi il corpo l'un l'altro.
"Mo ti faccio diventare una donna".
"Ma se potresti essere mio figlio! Al massimo sarò io a farti diventare un uomo".
Mi accorgo della penetrazione quando Cristina socchiude gli occhi e si lascia andare in un tenero lamento di piacere. Si tiene aggrappata con le braccia alle spalle del suo ammiratore, e lui la tiene per le natiche, facendola salire e scendere sul suo membro.
"Ti piace?".
"Cazzo se mi piace" sussurra Cristina. "Scopi da Dio. Dove hai imparato a far godere le donne così?".
"Mi sono allenato con le seghe".
"Con le seghe" gli fece eco lei, "che bravo! E oltre le seghe cosa fai nella vita?".
"Faccio il benzinaio".
"Davvero? E allora fammi il pieno".
"Posso davvero venirti dentro?".
"Certo che sì. Ma prima devi dare una botta alla carrozzeria, caro".
Non mi stancherò mai di Cristina. Nella buona e nella cattiva sorte, finchè morte non ci separi.

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